Leadership al femminile | intervista a Lorenza Morandini

Lorenza Morandini/ Settembre 3, 2020/ Angel investor, Angels4Women, Business Angel, Eventi, interviste, Open Innovation

LEADERSHIP AL FEMMINILE | INTERVISTA A LORENZA MORANDINI

Oggi vi propongo la bella conversazione che ho avuto con Annamaria Skrami del Politecnico di Milano, per il Progetto Leadership Story 2020.

Spero che le mie parole possano essere di incoraggiamento a tutti coloro, giovani e meno giovani, donne e uomini che vogliono rompere il proprio guscio e prendere il mano la propria vita personale e lavorativa senza aver paura di fallire!

Di seguito potete trovare sia la trascrizione che la traduzione in italiano

Enjoy!

Her Journey

When I was your age I graduated at the Bocconi University.
You know, I left a job in a company that was making good revenues, a very safe job, a “good career” if you want.
Jumped on a plane and, ahm, it’s a one way ticket, because Fulbright Commission just buys you one-way ticket.
I decided to join the Boston Consulting Group, and they wanted me to start in Chicago.
And it was great, it was great. The three years in the United States were great.
Honestly, I spent too long in consulting, because at the end of the day…to me, to just write slides all day, to convince people, and then they do the stuff… you know it was not my thing.
And, as everybody does I joined one of my clients, wich was happy to have me and I spent one year in China, one year in Russia, sometime in India, sometime in Brazil and then I got back to Italy.

What is the common denominator that guided you along this unique and different career choices?

Curiosity! Curiosity is the single thing that actually drives your decisions.
You can make up all the “excel” tools to look at “how much money you gonna make”..the career, “blah blah”, then you wake up one morning and an opportunity materializes and you say “ You know what, I don’t care! I go for that one!”.
As long as you pay your bills, then the rest needs to be a lot of fun.

Do you think your leadership style has changed during the years? If so, how?

Tremendously! What you learn in consultancy or in very sophisticated workplaces,…..you tend to manage just the facts and numbers, but if you manage people, you know, you listen much more.
You also understand numbers much better, because you understand “the under the scene” facts, that are driving numbers in any giving situation.
You understand, you know, the soft side of things.

What do you think is the most important thing in managing teams?

Listen, listen, listen.
And it’s never enough. When you listen, people respects you.
What I always tried to do, is to make sure that people are able…whoever you work with, there is something positive to this person. Professionally speaking, there are creative people, there are hyper-structured people..and sometimes you have the two types of them talking to each other, so it’s a success to make them talk to each other.
But really is to find the good side, professionally speaking, of one person, and try to build on it.
What you learn is also that the personality matters.
Personality matters in how much risks are able to take on their shoulders.
The other thing that I try to do is try to respect people and try to divide, almost physically, the type of interaction that i have, when I talk about business or any problem that is business related.
I can be really tough, but it’s always about the problem and the facts, and the numbers and the tables.
Next to it there is a smile. And “next next” to it, you know, I can always have a good coffee with you, even if in the last hours we have been talking loud, It doesn’t matter, and the next day we’ll talk again.

How do you face failure?

What i can tell you is that I made a lot of mistakes, I had a lot of failures. At the beginning, you know, it takes some times. When failures are not yours, you sort of undervalue the difficulty, to overcome them, to accept them..just to wake up fresh the next day and think about it, but without being overwhelmed by the idea or the fact that you failed in doing something. Right?
So, if you try to do stuff, you fail a lot of times.
I’ve always been the type of person that wanted to change the world as a minimum. Now I am just fine if I change, in a better way, the people that work with me. You know, it’s taking some risk, making stuff happen, making mistakes, having a long layer of failures along the way is what make them feel, at the end of the day, alive.

What do you find most meaningful and fulfilling about your current job?

To talk, to talk with the entrepreneurs, or entrepreneurs-wanna-be, so you have to shape them a little bit, is pure positive energy.
I have much more energy myself, for the stuff I do, but because I am giving much more energy, than I used to be giving in a normal office hour, in a normal job.
That’s what I get in my current job as that side.

Finally, do you believe that someone is a born leader or she/he becomes a leader? And how someone becomes a leader?

I believe there is a mix of the two. But I strongly believe, that first of all you can become a leader.
A leader of yourself, first. But more importantly, I believe there are many, many different types of leaders, and that they are all acceptable. But honestly I believe that you can become a leader of yourself, you can become the leader that you want to be. And you don’t have to be the same as somebody else.

(ITALIANO)

Il suo Percorso

Alla tua età mi sono laureata all’Università Bocconi.
Sai, ho lasciato un lavoro in un’azienda che stava realizzando buoni risultati, un lavoro molto sicuro, una “buona carriera”, diciamo.
Sono saltata su un aereo con un biglietto di sola andata, perché la Fulbright Commission ti compra solo un biglietto di andata.
Ho deciso di entrare a far parte del Boston Consulting Group, e loro hanno voluto che iniziassi a Chicago.
Ed è stato fantastico, davvero fantastico. I tre anni negli Stati Uniti sono stati incredibili.
Onestamente, però, ho passato troppo tempo nel campo della consulenza, perché alla fine della giornata…… preparare slide tutto il giorno, convincere persone, che poi alla fine fanno ciò che hai detto loro… sai, non faceva per me.
E come tutti, sono andata a lavorare per un mio cliente, che è stato felice di accogliermi e ho passato un anno in Cina, un anno in Russia, un po di tempo in India, un altro po in Brasile e poi sono tornata in Italia.

Quale è stato il comune denominatore che l’ha guidata nello scegliere carriere così particolari e differenti?

La curiosità! La curiosità è l’unica cosa che guida effettivamente le nostre decisioni.
Puoi inventarti tutti gli schemi “excel” per capire “quanti soldi farai”…la carriera, “blah blah blah”, poi una mattina ti svegli e ti si materializza un’opportunità e dici “sai che c’è, non mi interessa! Io mi butto!”.
Finché paghi le bollette, il resto deve essere puro divertimento.

Pensa che il suo stile di leadership sia cambiato nel corso degli anni? Se sì, come?

Tremendamente. Quello che si impara nel mondo della consulenza e in ambienti di lavoro molto sofisticati è tendenzialmente saper gestire fatti e numeri, ma quando hai a che fare con le persone, sai, ascolti molto di più. In questo modo capisci meglio anche i fatti e i numeri, perché comprendi il “dietro le quinte” dei fatti da cui derivano i numeri in ogni situazione.
Così si capisce, sai, il lato più delicato della realtà.

Qual’è la cosa più importante nella gestione di un team?

Ascoltare, ascoltare, ascoltare.
E non è mai abbastanza. Quando ascolti, le persone ti rispettano.
Quello che ho sempre cercato di fare, è che le persone siano in grado.. .con chiunque si lavori, c’è sempre qualcosa di positivo in quella persona. Professionalmente parlando, ci sono persone creative, persone super strutturate… e a volte hai le due tipologie di persone che parlano tra loro, quindi è già un successo farli parlare insieme.
Ma in realtà si tratta di trovare il lato buono, professionalmente parlando, di quella persona, e cercare di costruirci sopra.
Ho imparato anche che la personalità è importante.
La personalità conta per capire quanti rischi quella persona sia in grado di assumersi.
L’altra cosa che tento di fare è cercare di rispettare le persone e cercare di dividere, quasi fisicamente, il tipo di interazione che ho con loro quando parlo di affari o di qualsiasi altro problema relativo al lavoro.
Posso essere davvero dura, ma si tratta sempre del problema e dei fatti, dei numeri e delle tabelle.
Poi arriva il sorriso. E dopo, sai, ci possiamo anche bere un bel caffè, nonostante nelle ultime ore abbiamo discusso animatamente. Non importa, e il giorno dopo discuteremo di nuovo.

Come affronta il fallimento?

Quello che posso dirvi è che ho fatto molti errori, ho fallito molte volte. All’inizio, sapete, ci vuole un po’ di tempo. Quando i fallimenti non sono tuoi, sottovaluti la difficoltà nel superarli e accettarli…. per svegliarsi il giorno dopo e pensarci su senza essere sopraffatti dall’idea o dal fatto di aver fallito in qualcosa. Giusto?
Quindi, più cose fai, più capiterà di fallire.
Sono sempre stata quel tipo di persona che voleva cambiare come minimo il mondo. Ora mi va bene se riesco a cambiare in meglio le persone che lavorano con me. Sai, si tratta un po’ di rischiare, fare in modo che le cose accadano, commettere errori, avere un cumulo di fallimenti lungo la strada, questo, alla fine della giornata, è ciò che li fa sentire vivi.

Qual’è la cosa più significativa e appagante del suo attuale lavoro?

Parlare, parlare con gli imprenditori, o aspiranti imprenditori, in questo caso bisogna modellarli un po’. E’ pura energia positiva.
Io stessa ho molta più energia, proprio per ciò che faccio, ma perché dò molta più energia, di quanta ne dessi in un normale orario d’ufficio o lavoro normale.
Questo è ciò che ricevo dal mio attuale lavoro.

Infine, pensa che uno nasca leader o si possa diventare leader? E come si diventa leader?

Credo che sia un misto delle due cose. Ma penso davvero, che prima di tutto si può diventare un leader.

Un leader di te stesso, innanzitutto. Ma, cosa ancora più importante, penso che ci siano molti tipi diversi di leader, e che siano tutti accettabili.

Ma onestamente credo che si possa diventare un leader di se stessi, si può diventare il leader che si vuole essere. E non c’è bisogno di essere come qualcun altro.

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